Comportamento Addestramento Ottimizzazione performance
Accompagno i vostri cavalli verso una relazione armoniosa con l’uomo. Una esperienza decennale mi permetterà di sciogliere eventuali incomprensioni o nodi che portano problemi comportamentali e disarmonie col cavaliere. Grazie ad un approccio globale che comprende non solo valutazioni tecniche e addestrative, ma tiene anche conto della conformazione fisica del cavallo e dell’ambiente nel quale deve evolvere, per cercare di renderlo compatibile, il più possibile, con la realtà nella quale deve vivere e l’attività che deve svolgere.
Che abbiate un problema specifico da risolvere, come un cavallo aggressivo, che calcia, morde, o carica, un cavallo che dà problemi nel trasporto, a salire in trailer o in van, un cavallo restio al lavoro, "ingranato" o un cavallo che scappa, contattatemi per una consulenza personalizzata, un’eventuale programma di lavoro da svolgere per risolvere quelle questioni spiacevoli.
Faccio piani di lavoro personalizzati mirati a migliorare la vostra relazione col cavallo, all’ottimizzazione della vostra performance e valorizzazione sportiva del vostro cavallo, o ancora per la prima educazione del puledro e la sua doma. Sono inoltre a disposizione per addestrare i cavalli a rispondere ad aiuti diversi da quelli solitamente in uso, come per la monta in amazzone o di cavalli destinati a cavalieri diversamente abili.
Addestro i cavalli alla risposta ad aiuti diversi da quelli solitamente in uso, come per la monta in amazzone o di cavalli destinati a cavalieri diversamente abili.
La mia esperienza
La mia predilezione per i cavalli complicati, problematici, a volte giudicati irrecuperabili è una attitudine che ha sempre accompagnato il mio percorso.
Le loro difficoltà sono. spesso, il risultato di una grande sensibilità o l’incomprensione di un dolore vissuto con una forte intensità: essi portano a reazioni, comportamenti e meccanismi disfunzionali.
Mi sono così appassionata alle tecniche di addestramento. L’inizio della mia formazione equestre si svolge in equitazione francese classica, per poi farmi osservatrice di vari sistemi di addestramento e dei vari tipi di cavalli allevati a livello mondiale, avendo avuto la fortuna di fare parte della squadra universitaria francese di equitazione e quindi di partecipare a varie coppe delle nazioni universitarie in SO e in Dressage. Il sistema universitario consisteva nel montare cavalli messi a disposizione del comitato organizzatore, come nel Pentathlon moderno, con i quali avevamo a disposizione solo 5 minuti (e 2 salti per le gare di SO) in campo prova per fare binomio. Inutile aggiungere che era indispensabile sviluppare un occhio clinico sia per capire gli aiuti ai quali rispondevano i cavalli, che per intuire il loro carattere e le scelte tecniche più adatte alle loro caratteristiche fisiche e mentali. Arrivata in Italia intorno ai 20 anni, mi interesso e sperimento il sistema naturale di ideato da Federigo Caprilli e perfezionato dai suoi successori, sotto la guida della doppia medaglia d’oro olimpica in CCE Mauro Checcoli e della campionessa europea di Salto ostacoli Giulia Serventi, partecipando a numerosi competizioni nazionali ed internazionali con i cavalli dell’ingegnere Checcoli. In Sardegna, dove mi sono trasferita nel 2014, incontro Eveline Neidhart Zinni, amazzone di Grand Prix in dressage e Giudice, con la quale lavoro tuttora, che mi forma al Dressage classico della scuola svizzera, un metodo rigoroso, particolarmente rispettoso del fisico e della psiche dei cavalli. Inoltre faccio qualche esperienza in Endurance arrivando a gareggiare a livello internazionale. In tutti questi anni, insieme alla mia formazione europea, mi interesso di Horsemanship, sistema di equitazione etologica nato per i robusti cavalli d’America (mustang, quarter-horse). L’horsemanship mi ha aperto nuove finestre di comunicazione con i cavalli, l’ho trovato uno strumento utile anche se molti meccanismi che descrive sono già presenti negli altri sistemi di addestramento, ma non teorizzati in maniera così sistematica. L’equitazione etologica è uno strumento valido ma occorre tenere conto che gli esercizi e le tecniche proposti sono nati e pensati per cavalli di stazza piccola, con le gambe corte e robusti, per di più in un contesto dove spesso non sono che un numero; perciò, in caso di infortunio invalidante vanno semplicemente soppressi.
È quindi indispensabile adattarli ai cavalli che usiamo per il nostro sport, più longilinei, spesso più tardivi nella crescita e quindi più soggetti a infortuni, cosa che non viene assolutamente presa in considerazione nelle formazioni proposte. Aggiungerei infine che il metro di sottomissione richiesto dagli horseman è spesso eccessivo per i cavalli sportivi, in quanto per le necessità del nostro sport l’eccessiva sottomissione toglie iniziativa ai cavalli e può nuocere non solo alla loro motivazione, ma anche alla loro necessaria partecipazione alla risoluzione di eventuali problemi. Il cavallo deve essere secondo me un atleta partecipe, non un soldatino succube che esegue annoiato gli esercizi, persino in dressage dove il concetto di “Happy Horse” dovrebbe essere uno degli scopi del lavoro di addestramento e uno degli elementi che una giuria autorevole dovrebbe essere in grado di apprezzare.
Mi sono anche interessata all’equitazione olistica di Bruno Giongo, in particolare alla sua “equitazione emozionale” ovvero un sistema di doma e addestramento al centro del quale le emozioni fungono da termometri della situazione emotiva del cavallo e forniscono criteri utili di cui tenere conto nelle prese di decisioni tecniche e addestrative. Tutt’ora i suoi insegnamenti sono fonte di riflessione ed ispirazione per me.
Mi sono inoltre occupata di riconversioni, per esempio di cavalli da corsa (trottatori e galoppatori) in cavalli sportivi (discipline olimpiche o Endurance)o per passeggiate o attività assistite con gli animali. Più tardi ho avuto qualche esperienza di riconversione di cavalli da Endurance in cavalli sportivi (Salto ostacoli e CCE). Questo lavoro mi ha permesso di entrare sempre di più in profondità nei meccanismi di apprendimento del cavallo, animale abitudinario e gregario che senza la giusta sensibilità può facilmente risentire di un cambiamento così drastico nel suo uso e nella sua relazione con l’uomo.
Queste mie numerose esperienze sono sempre state guidate (e lo saranno anche in futuro) da una curiosità e una passione senza fine, soprattutto dalla volontà di “non buttare mai via nessun cavallo” e imparare sempre di più in modo da perfezionare il mio approccio mentale, tecnico, biomeccanico, comunicativo ed empatico a questo meraviglioso compagno di sport.